Già nel 1948 Leonida Rèpaci progetta di aprire il ‘Viareggio’ all’Europa e ai cittadini del mondo: ma il tentativo si perde per mancanza di fondi. Nel 1959 quel “respiro internazionale” si avverte mediante l’assegnazione di premi a due autori non italiani: Marck Hlaska (L’ottavo giorno della settimana) e Will Grohmann (Kandiski); ma è un episodio isolato, un fatto non istituzionale. Soltanto nel 1967 nasce il ‘Premio Internazionale’, che entra ufficialmente nello Statuto del 5 aprile 1975 con il nome definitivo di ‘Premio InternazionaleViareggio-Versilia’. Il riconoscimento è attribuito “ad una personalità di fama mondiale che abbia speso la vita per la cultura, l’intesa tra i popoli, il progresso sociale, la pace”.
Pablo Neruda apre l’albo d’oro del Premio, che annovera tra le sue pagine Alexandros Panagulis, Pietro Nenni, Gunther Grass, Cesare Musatti, Norberto Bobbio, Altiero Spinelli, Goffredo Petrassi, Gustaw Herling, Zoya, Jean Daniel, Abraham Yehoschua….