Maurizio Serra, Diplomatico e scrittore, primo italiano a entrare, sul seggio n. 13 che fu di Simone Veil, tra gli “immortali” dell’Académie française, eletto al primo turno, tra una decina di candidati, con 17 voti contro 1. La sua carriera diplomatica lo vede rappresentante dell’Italia a Berlino e a Mosca ai tempi dell’Unione Sovietica, poi ambasciatore all’Onu a Ginevra e all’Unesco a Parigi, direttore dell’Istituto diplomatico del Ministero degli Affari Esteri.
Docente, inoltre, di Storia delle relazioni internazionali alla LUISS di Roma, nella sua ampia produzione saggistica, insignita di molti e prestigiosi premi, si segnalano in particolare, anche per il grande rilievo e la diffusione internazionale impressi alla nostra cultura, le tre imponenti biografie dedicate a Malaparte (“Malaparte. Vies et légendes”, Grasset, 2011), Svevo (”Antivita di Italo Svevo”, Aragno, 2017) e D’Annunzio (”D’Annunzio le Magnifique”, Grasset, 2018).
Tre modernissime figure di intellettuali che hanno affrontato, da angolazioni diverse, la tragicità della storia: il narciso Malaparte, profeta della decadenza d’Europa di fronte alle grandi potenze; lo sfuggente Ettore-Italo, dalle multiple identità, figlio di una Mitteleuropa al tramonto e sovversivo privo di alcun dogma; l’aedo epico D’Annunzio, novello vate dantesco inteso a proporsi quale guida lirica e sacerdotale della nazione, non avventuriero ma principe dell’avventura, come poi Lawrence d’Arabia, Saint-Exupéry, Malraux, Romain Gary.
Tra letteratura, storia e politica, Serra ha saputo cosi originalmente ripercorrere, con piglio narrativo e amplissima ed inedita documentazione, le ore più drammatiche e determinanti della prima metà del XX secolo, individuando nel ruolo dello scrittore e nella pagina letteraria la privilegiata chiave di decifrazione e interpretazione, sino profetica, della realtà contemporanea.
Simona Costa